Nuovo articolo della Dietista Jessica Petruzzi

L’estate è arrivata e il discorso diete si fa sempre più intenso.
Per continuare l’ultimo articolo vi parlerò più in dettaglio di questi regimi alimentari.

Come già detto l’altra volta, esistono molti , anzi moltissimi tipi di diete ma, i modi per indurre l’organismo a perdere il grasso corporeo sono riconducibili a tre metodi base.

1) La diete ipocaloriche
2) La dieta zona
3) La diete iperproteiche e ipoglucidiche

1) Le classiche diete ipocaloriche prevedono un basso introito di calorie e quindi di cibo. Sono in genere equilibrate dal punto di vista dei nutrienti ; le quantità di cibo variano a seconda di molti fattori (sesso, età, tipo di lavoro, tipo di attività fisica …) . Occorre però fare attenzione poiché a volte, mangiando troppo poco, si rischiano delle carenze di vitamine e nutrienti e inoltre si rallenta molto il metabolismo ottenendo quindi l’effetto opposto.

2) La dieta zona è stata inventata da un biochimico americano. Prevede di usare alimenti che tengono bassi i livelli di insulina e controlla i livelli di alcuni ormoni derivati dai grassi alimentari. In questo modo l’organismo dovrebbe tendere a ingrassare meno. Il problema è che è un regime alimentare ricco in proteine e quindi va evitata da chi ha problemi metabolici (specie problemi al fegato, ai reni …) e dagli anziani e non si può prolungare per molto tempo.

3) La dieta iperproteiche e ipoglicidiche sono regimi alimentari ricchi in proteine ma poveri in carboidrati. Iniziano ad apparire negli anni ’70 , provenendo dall’America e a volte non tengono conto delle calorie. Dando all’organismo pochi carboidrati (che sono la fonte più “rapida” di energia) lo si obbliga ad intaccare le riserve proteiche e lipidiche dell’organismo. Di solito si perde molto peso in poco tempo ma, il rischio di riprenderlo con gli interessi è in agguato perché sono regimi alimentari impossibili da seguire per lungo tempo. Inoltre anche qui c’è il rischio di carenze e avendo molte proteine non tutti la possono seguire. Infine quando si va ad intaccare le riserve proteiche non è di certo buona cosa poiché si rallenta il metabolismo e se seguita per lungo tempo, può portare a seri danni all’organismo.

Le diete sopra citate infatti, sono dei regimi alimentari da seguire per un certo periodo di tempo .
In realtà, come ho detto la scorsa volta, dieta deriva dal latino “diaeta” o dal greco “δίαιτα” ovvero “modo di vivere” . Appunto un “modo di vivere”. La dieta mediterranea (inteso come stile di vita) è forse la più completa da questo punto di vista. Essa riprende tutte le caratteristiche dell’alimentazione dei paesi del mediterraneo; tiene conto della quantità e della qualità di ciò che mangiamo, favorisce alcuni alimenti rispetto ad altri ( ma non vieta espressamente niente ) ed è inoltre equilibrata in nutrienti , vitamine e minerali. Questo modello alimentare fu “sorpassato” dalle diete sopra-citate le quali provenivano tutte dalla ricca America degli anni del boom economico. Oggi , la dieta mediterranea, è stata molto rivalutata e addirittura dal 2010 è diventata Patrimonio dell’Umanità. Il suo inventore fu l’americano Ancel Keys il quale ideò uno studio in 7 paesi (“Seven Countries Study”). Le nazioni coinvolte erano Finlandia, Giappone, Grecia, Italia, Stati Uniti , Olanda e Jugoslavia e le persone 12000 di età fra 40 e 59 anni. I risultati dell’indagine non lasciarono dubbi: la mortalità per cardiopatia ischemica (infarto) era molto più bassa presso le popolazioni mediterranee rispetto a Paesi, come la Finlandia, dove la dieta è ricca di grassi saturi (burro, strutto, latte e suoi derivati, carni rosse). Ancel Keys, e altri scienziati che presero parte allo studio, proseguirono il loro lavoro presso altri paesi e Keys continuò a vivere per oltre 40 anni. Visse 100 anni, come migliore riprova delle sue teorie.
La dieta mediterranea ha un elevato consumo di pane, frutta, verdura, erbe aromatiche, cereali, olio di oliva, pesce e vino (in quantità moderate e per chi non ha problemi particolari) ed è basata su un paradosso: i popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo consumano quantità relativamente elevate di grassi vegetali ma, nonostante ciò, hanno minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione statunitense, nella cui alimentazione sono presenti livelli simili di grassi animali. La spiegazione è che la gran quantità di olio d’oliva usata nella cucina mediterranea controbilancia almeno in parte i grassi animali. Infatti l’olio contiene dei grassi “buoni” che aiutano il nostro benessere.
La dieta mediterranea si può raffigurare con questa immagine che è la piramide alimentare:

Alla base c’è quello che va consumato il più possibile ovvero acqua o te senza zucchero ; mediamente va consumata sui 1.5-2 litri e ad ogni necessità visto che, quando sentiamo il senso della sete siamo in realtà già del 2-3% disidratati (considerando che siamo fatti il 60% di acqua la disidratazione è pericolosissima).
Salendo di un gradino troviamo frutta e verdura. 5 volte al giorno è una quota che permette di assumere tutte le vitamine e minerali di cui abbiamo bisogno (ricordando di variare i colori il più possibile). Potremo per es. assumere 2 verdure e 3 frutti o viceversa ma attenzione a non abbondare con enormi quantità di frutta poiché contiene zuccheri!
Salendo troviamo il gruppo dei carboidrati complessi ovvero quel gruppo che a noi italiani ci piace molto, che non è vero che fa ingrassare e che andrebbe consumato almeno a colazione (es. cereali, fette biscottate …) pranzo e cena; infatti, non contiene solo carboidrati ma pure proteine (di medio valore biologico) , fibre (se integrali) e molte vitamine del gruppo B indispensabili per far funzionare bene l’organismo.
Salendo ancora troviamo i cosiddetti “secondi” che vanno alternati durante la settimana (preferendo quelli più magri)e che sono fondamentali specie per l’apporto in calcio (es, formaggi) e ferro (carne, pesce, legumi). A proposito del pesce ricordiamoci che ha molti omega-3 importantissimi per il cuore.
Al penultimo posto troviamo i grassi che, seppure tali non vanno eliminati perché hanno vitamine e funzioni rilevanti; certo occorre fare attenzione alle dosi!
All’ultimo posto troviamo forse il gruppo più amato da tutti ma meno dalla mia categoria. È vero che, se non si hanno particolari problemi, si possono consumare ma poco e di rado e solo per come dire … coccolarci un po’!

È quindi un tipo di alimentazione completa , appagante e che si può fare tutta la vita e ad ogni età!
Inoltre è bene sempre consigliare movimento e come già detto la scorsa volta tempo per i risultati!

“Fa che il cibo sia la tua medicina … Fa che la medicina sia il tuo cibo”
Ippocrate

Dott.ssa Dietista
Jessica Petruzzi

FacebookTwitterShare

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>